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Quando ci si avvicina al mondo delle vendite online, tra le domande che più spesso vengono poste sul web emerge quella su come vendere online senza partita IVA.
Se ne leggono di cotte e di crude. Tra chi dice che è possibile farlo, chi dice che non è possibile fino a chi dice che è possibile purché si rimanga sotto un determinato tetto di fatturato.
In questo articolo vedremo di dare una risposta quanto più esaustiva possibile sulle casistiche più richieste, fermo restando che è sempre consigliato richiedere il parere di un commercialista specializzato in ambito web.
È possibile aprire un sito web senza partita IVA per vendere online e fermarsi sotto il tetto dei 5.000 euro? La risposta breve è no.
Il solo fatto di aprire un sito web rappresenta un’attività di vendita continuativa e pertanto a prescindere dall’importo è necessario aprire la partita IVA.
Aprire un e-commerce, infatti, equivale ad aprire un negozio fisico in quanto trattasi di un’attività non occasionale, strutturata e magari con magazzino e personale. Quindi, diversamente da quanto si pensa, l’imposizione dell’apertura della partita IVA non è data dal ricavo annuale bensì dalla frequenza con cui si svolge l’attività.
Attenzione che per e-commerce si intende qualsiasi sito mediante il quale viene effettuata un’attività di vendita, quindi non obbligatoriamente il classico sito con catalogo, carrello e checkout. Una landing page per la vendita di un info-prodotto è già un e-commerce.
Per sommi capi la legge italiana dice che per vendere senza partita IVA è necessario che l’attività sia occasionale, ovvero sporadica e non continuativa, e che il ricavo sia inferiore a 5.000 euro annui.
È proprio l’occasionalità che viene a mancare quando si avvia un e-commerce. Un sito e-commerce, oltre a lavorare continuamente giorno e notte per noi, richiede sforzi e investimenti non indifferenti per vendere prodotti su larga scala, il che ne fa un’attività vera e propria che necessita di partita IVA e iscrizione alla camera di commercio con codice ATECO 47.91.10, Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet.
Non è possibile neanche aprire un e-commerce con tanto di prezzi, descrizione prodotti, servizi di spedizione e assistenza al cliente, quindi se stavi pensando di rimuovere semplicemente il carrello sappi che non è possibile.
Vendere su internet senza partita IVA è possibile purché l’attività di vendita sia occasionale o svolta come privato.
Per intraprendere un’attività di vendita occasionale senza partita IVA per prima cosa occorre abbandonare l’idea di realizzare un sito web per pubblicizzare i prodotti da vendere online. Come già detto l’allestimento di un sito per la vendita di prodotti fa venir meno il concetto di occasionale.
I due limiti da rispettare affinché la vendita venga considerata occasionale sono:
Questo non significa che non vi siano degli obblighi da rispettare per il Fisco. È infatti sempre obbligatorio rilasciare una ricevuta generica in cui vanno riportati i seguenti dati:
Naturalmente se dall’attività di vendita si è ricavato un utile, questo andrà dichiarato in sede di dichiarazione dei redditi. Le somme sono esonerate solo se rappresentano l’unica fonte di reddito dell’anno di riferimento e non superano un preciso importo.
In generale viene considerata vendita occasionale quella di oggetti artigianali realizzati da se stessi e venduti su Amazon, eBay & company.
Vuoi liberarti di un oggetto usato che non ti serve più senza sperare di ottenere chissà quali profitti? Biciclette, telefoni, libri, mobili, ecc. È il classico caso della vendita tra privati.
È una vendita online molto praticata su eBay, su portali di annunci come Subito.it e di recente sul marketplace di Facebook. Trattasi chiaramente non di un’attività commerciale bensì della cessione sporadica di qualche oggetto di proprietà che non serve più.
Questa modalità non richiede l’apertura della partita IVA e neppure l’obbligo di emettere la ricevuta, visto che non è soggetta a tassazione alcuna.
Vendere su Amazon senza partita IVA è possibile aprendo un account di vendita Base. Naturalmente questa tipologia di account presenta diversi limiti rispetto al venditore professionista, come quello del numero massimo di 40 vendite mensile.
Per vendere su Amazon da privato il primo passo è creare un account da venditore su Seller Central. Una volta effettuato l’accesso a Seller Central occorrerà compilare le informazioni relative a:
Completata tutta la procedura sarà possibile iniziare a creare la prima scheda prodotto. A vendita completata sarà possibile decidere se avvalersi della logistica di Amazon oppure procedere ad imballare e spedire l’oggetto da sé.
Le tariffe di Amazon sulle vendite possono essere abbastanza articolate perché dipendono da diversi fattori e casistiche. Per approfondimenti su questo aspetto rimandiamo alla pagina piani commissioni di vendita su Amazon.
Vendere su eBay senza partita IVA è possibile purché si tratti al solito di una vendita occasionale e per farlo occorre registrarsi ed aprire un account da privato.
Per vendere su eBay da privato basta collegarsi alla home page di eBay, cliccare sulla voce registrati in alto a sinistra, compilare i campi Nome, Cognome, Indirizzo email e Password e infine cliccare sul pulsante Iscriviti.
L’account sarà istantaneamente disponibile. È possibile aprire l’account utilizzando anche le app eBay disponibili per Android e iOS.
Una volta aperto l’account cliccare su vendi in alto a sinistra e compilare le informazioni di contatto (se richieste). Fatto questo l’account è pronto per creare la prima inserzione di vendita su eBay.
Prima di creare l’inserzione consigliamo di leggere le regole per i venditori eBay per assicurarsi che tutto sia conforme al regolamento.
eBay applica due tariffe separate ai venditori non professionisti: una tariffa sull’inserzione e un’altra sulla vendita finale. Per quanto riguarda la tariffa sulle inserzioni è gratis per le prime 50 inserzioni mensili. A partire dalla 51a inserzione mensile viene addebitata una tariffa di 0,35 euro cadauna.
Questa spesa viene applicata anche ogni volta si decide di rimettere in vendita un oggetto dopo avere esaurito la quota di inserzioni gratuite mensili.
Quando l’oggetto viene venduto, invece, viene applicata una tariffa del 10% sul valore della transazione finale fino ad un massimo di 200 euro per singolo oggetto. Questa tariffa prende il nome di commissione di vendita.
Tariffe extra potrebbero essere applicate in caso di utilizzo di funzioni premium dell’inserzione come ad esempio l’inserimento di un sottotitolo, fotografie extra, riserva d’asta e così via. Per restare aggiornati rimandiamo alla sezione tariffe da privato su eBay.
Da poco è stato introdotto il Facebook marketplace, ovvero un’area dell’account Facebook dedicata all’acquisto e alla vendita di prodotti nelle vicinanze.
Su Facebook marketplace è possibile vendere qualunque articolo: abbigliamento, televisori, automobili e addirittura immobili. Il marketplace ha come scopo quello di mettere in contatto venditore e acquirente, ergo non avvengono transazioni di vendita. Un po’ come su Subito.it. Quindi non è necessario aprire la partita IVA.
Per vendere un prodotto su Facebook marketplace occorre prima di tutto fare il login su Facebook, cliccare su Marketplace in alto a sinistra ed infine cliccare sul pulsante Vendi qualcosa.
A questo punto inserire tutte le informazioni relative alla vendita, ovvero il nome dell’annuncio, il prezzo, la città dove si trova l’oggetto, la categoria di appartenenza, una breve descrizione e poi una serie di fotografie.
Non rimane che cliccare su Avanti e successivamente sul pulsante Post per pubblicare immediatamente la scheda prodotto sul Marketplace.
In Italia la vendita online senza partita IVA è possibile solo in caso di vendita occasionale o tra privati. Sono due forme simili ma differenti in quanto sottostanno ad obblighi diversi.
È severamente vietato invece aprire un sito ecommerce senza partita IVA. Occorre aprirla, fare l’iscrizione alla camera di commercio e tutti i rimanenti obblighi del caso.