Home » Blog » Web Marketing » Progettazione di una PBN: come scegliere il dominio
Ben ritrovati al secondo appuntamento della nostra “rubrica” entry-level sulle PBN. Dopo il primo articolo di introduzione alle PBN, vediamo come iniziare a progettarne una da zero.
Il primo passo da compiere non è l’acquisto del dominio bensì pianificare la dimensione del network. Questo perché sicuramente non avrete a disposizione un budget infinito ed il costo di sviluppo e manutenzione di una PBN è direttamente proporzionale al numero di satelliti ed alla qualità di questi ultimi.
È un errore pensare che grosse PBN riescano a trasmettere obbligatoriamente alto valore. In realtà il money site potrebbe ottenere un grosso vantaggio in SERP con appena 4-5 backlink di alta qualità, ovvero provenienti da pagine a tema da siti autorevoli. Questo comportamento sta alla base del SEO: più un sito acquisisce valore e più ne trasmette agli altri quando ne cita le fonti.
Una volta deciso, o stimato, il numero di satelliti che formeranno il nostro network, possiamo procedere con la scelta del dominio.
Il dominio non va acquistato a caso o comunque non si procede ad acquistare un dominio privo di storia come quando ci si trova a dover realizzare un sito per una neonata azienda di un nostro cliente. Al satellite deve essere associato un dominio scaduto che in passato ha goduto di una buona popolarità. La ricerca di tali domini può essere effettuata in due modi:
È sicuramente il metodo più lento ma anche quello più soddisfacente. Certo che quando si tratta di lavoro, il tempo è un fattore cruciale però posso assicurarvi che molte volte ho adottato questa tecnica ed i risultati sono stati più che soddisfacenti.
Il metodo è semplice: avviamo, su un sito autorevole, un crawler che scansiona tutti i link in uscita e ci soffermiamo solo su quelli che restituiscono un errore di tipo 404 page not found.
Perché scansionare solo siti autorevoli? Per la semplice regola che siti aventi bassa popolarità linkano molto spesso siti aventi alta popolarità, ma difficilmente e/o raramente avviene il contrario. Quindi ci si aspetta che i siti linkati da siti autorevoli siano anch’essi di alta qualità o comunque destinati a diventarlo per via della qualità dei backlink.
Tra i crawler più comunemente utilizzati per questo scopo vi è Xenu. L’unico svantaggio di questo crawler è che non esiste una versione multipiattaforma ma solo per sistemi operativi Microsoft Windows.
Un secondo tool, multipiattaforma, è Screaming Frog. Molto più complesso e completo di Xenu.
Una volta trovato il link non funzionante occorre verificare l’esistenza del dominio tramite whois. Se il dominio risulta non raggiungibile, ci troviamo di fronte ad un dominio scaduto o in fase di scadenza (pending delete). Arrivati a questo punto occorre analizzarne le metriche, che vedremo nel prossimo paragrafo.
È il metodo più veloce. Esistono servizi che permettono a chiunque di vendere o far valutare domini per mezzo di broker o di prenotare domini in scadenza (backorder).
Tra i servizi di broker e backordering più conosciuti troviamo Nidoma, ma esistono altri servizi più semplici che collezionano semplicemente informazioni sui domini scaduti. Tra questi troviamo:
Alcuni sono totalmente free altri invece hanno delle funzioni premium.
Le metriche, come dice la parola stessa, sono delle unità che ci permettono di misurare il grado di qualità di un sito. Esistono metriche legate al dominio e metriche legate alle singole pagine. A noi interessano entrambe.
Se avete già iniziato a spulciare tra i siti di expiring domains sopra citati, non avrete potuto non notare alcune sigle come DA, PA. TF. CF, PR, BL, RF. Altro non sono che abbreviazioni delle seguenti metriche:
È una punteggio su scala logaritmica 0-100 sviluppato da Moz il cui scopo è quello di misurare, approssimativamente, l’autorevolezza di un dominio rispetto ad un altro. Più alto è il valore di DA maggiore sarà la probabilità che i contenuti pubblicati otterranno un buon posizionamento.
Cosa vuol dire logaritmica? Significa che è più semplice passare da un valore 10 a 30 ma molto più complesso passare da un valore 70 a 80.
A differenza di altre metriche SEO, la Domain Authority è difficile da influenzare in modo diretto essendo costituita da un insieme aggregato di metriche come mozRank, mozTrust, backlinks ed altre ancora.
Realizzata con lo scopo di determinare la competitività di un sito su Google.com, il miglior modo per influenzarla è quella di migliorare la panoramica SEO globale del sito, motivo per cui è uno dei valori più interessanti da tenere in considerazione quando ci si trova ad acquistare il dominio per un satellite.
È possibile misurare la Domain Authority tramite gli strumenti messi a disposizione da Moz come la MozBar.
Ovviamente più è alto il valore di DA e maggiore sarà il costo del dominio, motivo per cui per grosse PBN si usa acquistare domini con alto DA per i satelliti in tier #1 (prima fila, quelli che linkano direttamente il money site) e domini a basso DA per satelliti meno importanti il cui scopo è quello di aumentare il ranking dei satelliti autorevoli.
Come per la Domain Authority, anche questa è una metrica su base logaritmica sviluppata da Moz. Questa volta però la metrica non si riferisce al dominio bensì alla pagina. Lo scopo è quello di determinare quanto bene la pagina di un sito si posizionerà nei risultati di ricerca di Google.com.
È una metrica su scala 0-100 sviluppata da Majestic che determina il grado di fiducia di Google verso il sito in analisi. In modo indiretto esprime la qualità di backlinks, fornendo una panoramica sul grado di spam del sito.
In genere un sito con un valore di Trust Flow maggiore o uguale a 15 può considerarsi affidabile. Per aumentare il proprio Trust Flow occorre ricevere backlinks da siti con Trust Flow elevato.
Come per il Trust Flow, anche il Citation Flow è una metrica sviluppata da Majestic. Lo scopo è quello di prevedere l’influenza di un link inserito in un determinato sito.
Per essere più chiari, maggiore è il numero di backlinks qualitativi ricevuti da un sito e maggiore sarà il suo Citation Flow, di conseguenza ottenere un backlink da un sito con un ottimo Citation Flow non può che influenzare positivamente il posizionamento su Google. Valori positivi di Citation Flow sono quelli maggiori o uguali a 15, come per il Trust Flow.
È molto comune vedere valori di Trust Flow inferiori a valori di Citation Flow. Questo perché la qualità dei link incide parecchio sulla metrica e siccome solitamente i link da siti autorevoli sono in minoranza rispetto a quelli provenienti da siti meno autorevoli, è piuttosto raro vedere valori di Trust Flow superiori a valori di Citation Flow.
Per valutare la fiducia di un sito, è pratica comune valutare il rapporto tra Trust Flow e Citation Flow (Trust Flow / Citation Flow). Più il valore è alto e maggiore sarà il trust del sito:
Era la metrica di valutazione dell’autorevolezza di un sito più importante fino qualche anno fa. È stato l’algoritmo che ha reso famoso Google e grazie al quale è nato il mondo del SEO.
Per qualche motivo alcuni siti di expiring domains tengono ancora in considerazione questo valore ormai non più misurabile e pertanto verrà scartato durante la scelta del dominio.
Si tratta del numero di link in ingresso al sito. I backlinks possono essere di tipo follow o nofollow.
Sono il numero di domini che contengono almeno un link verso il sito in analisi.
Sono il numero di indirizzi IP univoci ai quali sono associati domini che contengono almeno un link verso il sito in analisi.
Una volta analizzate le metriche occorre fare una selezione. Un buon dominio dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
Oltre alle metriche occorre valutare il contesto del dominio, l’intestatario e la sua struttura.
Per contesto si intende il tema principale del sito. Se intendiamo realizzare una PBN atta ad aumentare il ranking di un sito che parla di sport betting, sarebbe inutile acquistare un ottimo dominio che puntava ad un sito di benessere e cura del corpo, poiché completamente fuori contesto.
Nonostante le ottime metriche, il backlink deve provenire da siti che trattano lo stesso argomento.
Se state pensando di intestare a voi stessi o alla vostra società il dominio, state sbagliando di grosso. La regola principale di una PBN è quella di non farsi localizzare, per cui non deve esistere alcun filo conduttore tra i satelliti del nostro network.
Il dominio va intestato ad un terzo che ci autorizza a farlo. Non intestate mai domini a persone sconosciute o inconsapevoli in quanto il fatto costituisce reato.
Quando è possibile occorre ricreare la struttura iniziale del sito a cui puntava il dominio, in modo da non perdere i backlink ancora esistenti.
Chiaramente facciamo riferimento alla struttura base del sito e la suddivisione nelle sezioni principali. Sarebbe assurdo andare a ricreare i singoli articoli, a meno che ne valga davvero la pena (ed esempio un articolo che è stato citato da fonti autorevoli).
La struttura può essere ricostruita analizzando i vari backlinks con i software di SEO zoom e lo storico del vecchio sito presente su archive.org.
Per tutti gli altri backlinks occorre strutturare un redirect 301 alla pagina più importante del sito.
Siamo giunti alla fine di questo secondo capitolo sulle PBN. Così come nella vita, chi inizia bene è già a metà dell’opera ed acquistare un ottimo dominio ci consentirà di ottenere un ottimo profilo di backlink per il nostro money site.
Nel prossimo appuntamento parleremo di hosting e successivamente dei contenuti, facendo anche una panoramica sui costi di sviluppo e manutenzione di una PBN.